Come dovrebbe essere la casa di un Usher. Suggerimenti per il comfort domestico.

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La casa è il nostro guscio. E’ il luogo dove ci sentiamo protetti, isolati e in un certo senso liberi. La casa è uno strato più esterno di noi stessi, la casa è ancora parte di noi. Per alcuni, forse per la maggior parte di noi, la casa è un ‘noi’ più che un ‘io’ visto che molti condividono gli ambienti con altre persone, famigliari, amici, coinquilini. Tuttavia tutti hanno la necessità di trovarsi uno spazio proprio all’interno della casa, sia esso una stanza, un angolo, uno studio, la cantina, il garage. Ognuno si crea il proprio spazio secondo le possibilità offerte dalla casa stessa, dalle sue dimensioni, dal luogo in cui si trova, dalle disponibilità finanziarie e altri fattori.

Io ora vivo da solo, per la prima volta da quando sono uscito di casa, all’età di 18 anni. Ho condiviso diversi appartamenti, stanze e anche una barca con persone di tutte le provenienze, con estranei, con la mia ragazza. Vivere da solo mi ha permesso di creare alcune condizioni a mia immagine e somiglianza ed estenderle a tutta la casa, senza limitarmi alla mia stanza da letto, come quando vivevo a casa dei miei genitori, dove comunque dovevo sottostare, per certi aspetti, alle loro scelte e decisioni.

Per il momento ho attuato alcune modifiche, ma si tratta di piccoli accorgimenti. Poiché che sono in affitto e in una situazione temporanea, non posso concedermi troppe libertà sugli interventi strutturali, ma ho comunque cercato di rendere il più semplice possibile la vita tra le mura domestiche

Ma se dovessi costruire una casa da zero, se potessi apportare modifiche sostanziali e se avessi un budget sufficiente, quali sarebbero le considerazioni da fare per l’acquisto o la ristrutturazione di un appartamento?

Mi limiterò ad alcune considerazioni di carattere generale, poiché è impensabile tenere conto di tutte le casistiche possibili, ma cercherò di vagliare quali sono le necessità di base che in quanto Usher, vorrei soddisfare.
Alcuni problemi e ostacoli si eliminano con il tempo, dopo che ho imparato a memoria le posizioni, altezze, dimensioni, angoli di apertura, ma visti alcuni episodi recenti, il pericolo di incidenti domestici è sempre in agguato.

Il quartiere.
E’ importante la luminosità notturna della strada e delle vie di accesso ai mezzi pubblici e al supermercato. E’ fondamentale che sia inserita in una zona dove sono disponibili i principali mezzi di trasporto urbano di uso quotidiano.

L’edificio
Se si tratta di un appartamento è preferibile che le zone comuni dell’edificio siano illuminate o illuminabili, che gli interruttori siano segnatati. Anche se è abbastanza facile orientarsi nel buio di un luogo che si conosce, negli spazi comuni è possibile incontrare altri condomini che magari non conoscono la mia malattia. Se per loro una fievole luce è sufficiente per individuarci ed evitarci, per un Usher una persona che si muove silenziosamente in un corridoio dove pensiamo non ci sia nessuno diventa un ostacolo.
Inoltre per la combinazione del deficit uditivo e visivo, spesso il rumore dei passi non è sufficiente per individuare qualcuno. Inoltre se l ‘inquilino sta gettando la spazzatura o controllando la posta e quindi non si muove, è ancora più facile non notarlo se l’illuminazione non è buona.
Gli edifici con luci che si accendono e spengono con la fotocellula sono certamente i migliori.

Gli interni. Illuminazione.
Finestre grandi con tende di facile e rapida regolazione. Le tende veneziane, anche se brutte, sono forse le più funzionali, perché permettono di regolare la luce a seconda dell’inclinazione dei raggi solari. L’esposizione a sud di una delle stanze è un fattore importante, perché consente di avere almeno una stanza con illuminazione naturale massima.

L’illuminazione artificiale delle stanze varia a seconda della fotosensibilità di ogni retinotapatico. Tuttavia credo sia piuttosto comune la necessità di avere una buona illumiazione focalizzata. Per esempio io ho

– una lampada da tavolo per illuminare la tastiera su cui sto scrivendo
– una lampada da terra per illuminare il libro mentre leggo vicino alla stufa
– una lampada con braccio mobile per il piano cottura e uno per il piano di lavoro preparazione dei cibi
– una lampada con braccio mobile davanti allo specchio del bagno, per poter illuminare le varie zone della faccia mentre mi rado e per poterla direzionare nei vari angoli del bagno dove spesso mi cade qualcosa
– una lampada da terra per illuminare la zona della testala del letto e poter leggere a prima di addormentarmi.
– una lampada anche in corridoio, ma quella serve più che altro a creare una atmosfera più soffusa e calda.

Gli interni. Arredamento.
Odio le pensiline con le ante a libro. Meglio quelle con ante a scorrimento, ma sono scomode. Le migliori sono quelle che si aprono verso l’alto.
Detesto scaldabagni, caldaie e tutto ciò che è appeso a parete ed è accessibile da sotto. Se sto pulendo i pavimenti e sono un po’ curvo, non vedo lo scaldabagno, mi infilo sotto e poi nel rialzarmi lo colpisco inevitabilmente con la testa.
Mi piacciono i letti alla giapponese, con grandi cornici legno, ma sporgono troppo rispetto al materasso e sono molto spesso un ostacolo che colpisco con gli stinchi.
Poltrone con piedini che escono dall’area della seduta sono praticamente impossibili da evitare, perché l’occhio e il corpo ricordano la seduta e i cuscini, ma non i piedini sporgenti.
Le cornici delle porte non sono quasi mai sollevate rispetto al filo del pavimento, ma poiché vivo in una casa vecchia, la cornice sporge anche dal pavimento. Ormai l’ho imparata e comunque smussata, per cui non è più un grosso problema.
Le porte a scorrimento sono le migliori, ma rare quanto costose. Tuttavia dovrebbero essere stabili, ovvero rimanere dove vengono lasciate, non chiudersi al primo colpo di vento. Una porta che non rimane dove viene lasciata diventa un corpo in movimento e un ostacolo.
Le porte con inserti di vetro sono interessanti perché permettono di individuare se dall’altra parte c’è qualcuno, fanno filtrare un po’ di luce ma sono pericolose in caso d’urto.
Le maniglie più adatte sono quelle a cui non è possibile agganciarsi accidentalmente con i vestiti.
Le sedie. Leggere e provviste di feltrini. Spesso mi dimentico di reinserirle sotto il tavolo e al mio nuovo ingresso in cucina me le ritrovo immancabilmente tra i piedi, con il risultato che le faccio cadere oppure strisciare. Se fossero pesanti contrasterebbero l’urto e farebbero più male che rumore.
I tappeti non devono essere troppo alti per non creare l’effetto scalino. Possono essere utili per ridurre l’abbagliamento di certi tipi di pavimenti e se scelti con cura possono creare delle mappe visive e tattili permettendo di enfatizzare punti salienti dei percorsi.

Gli interni. Suono.
Il fattore di maggior rilevo sono gli inquilini del piano di sopra e il traffico sulla strada.
In questo senso sono attualmente in paradiso: abito nel cortile interno di un edificio su una strada chiusa. Ma ho vissuto in una casa con la stanza da letto con finestre senza doppi vetri, affacciata su una via molto trafficata. E’ fastidioso anche per un ipoacusico per l’alto livello di vibrazioni.
Le vibrazioni e i colpi sordi dei passi pesanti di un inquilino incauto sono il problema delle case con pavimenti sottili. Non è il suono in sé, ma quella sorta di tonfo sordo che per qualche ignota ragione è più intollerabile di una motosega.
Il suono del treno che ogni tanto sento la notte e quello degli aerei che ogni tanto, ma regolarmente, sento in lontananza, non sono per me motivo di disturbo, anzi, mi ricordano che sono in una città. Se non sento nulla non è solo perché sono ipoacusico, ma nell’incredibile silenzio di un quartiere di una metropoli.

E tu hai qualche altro buon suggerimento?

 

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