Via degli Dei inclusiva, una delle decisioni più belle della mia vita.

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14 agosto 2024: decido di iscrivermi a un viaggio inclusivo, la via degli Dei (Bologna-Firenze), inserendomi last minute e seguendo semplicemente quella sensazione e quei brividi che avevo avuto sentendo parlare dell’esperienza inclusiva, in fondo non mi interessava quale fosse il percorso, ma il fatto di poter dare il mio contributo e poter aiutare altre persone verso un traguardo comune.
Non sapevo ancora fosse una delle decisioni più belle della mia vita.

Ero molto preoccupata di non potercela fare, 7 giorni di cammino consecutivi, stando ai tempi di un gruppo di persone che non conoscevo, non avevo mai fatto cammini nemmeno di 2 giorni !
Poi…si parte. Il primo giorno ero colma di eccitazione, emozione, meraviglia e curiosità per quello che sarebbe potuto accadere. Conosco i compagni di viaggio, da tutta Italia e con età, vite, interessi, molto eterogenei, ma fin da subito ho sentito che c’era un legame, una omogeneità e condivisione non solo di un obiettivo, ma soprattutto di valori comuni.
Quella sensazione di brividi che avevo avuto prima della partenza si conferma: non avevo mai avuto nemmeno esperienze con persone con disabilità visive, anche se ammetto che non mi piace parlare di disabilità, perché fin da subito mi accorgo che la loro visione va ben oltre quello che posso vedere io o gli altri compagni di viaggio. Il loro cammino è più sciolto e svelto di quanto pensassi, affidandosi ai loro sensi e percezione e fidandosi della nostra guida: rimango davvero a bocca aperta. Rimango stupita anche dal loro senso di ironia su quella che viene definita una loro “patologia” e al contempo ammiro la forza che hanno e hanno avuto per reagire a questa sfida che la vita gli ha imposto.
Lungo il cammino abbiamo alternato momenti di silenzio a momenti di chiacchiere e tante risate, giochi, musica, poesie, canti e momenti di sorprese e incontri lungo il percorso, oltre che tante mangiate! Verso fine giornata si arrivava un po’ stanchi, ma la piacevolezza delle serate faceva passare in secondo piano tutti i sudori e le fatiche delle giornate.
Ci siamo fatti stupire dalla natura, abbracciando gli alberi, toccando le cortecce e alcuni animali del bosco, annusando i profumi delle piante e della pioggia, ascoltando il suono degli uccelli, dei rapaci e del vento. Un’esperienza sensoriale completa.
E siamo arrivati tutti uniti a Firenze. A detta della guida, primo gruppo inclusivo che arriva a piedi, senza utilizzare mezzi pubblici nell’ultimo tratto: che soddisfazione. Ci sono stati momenti di difficoltà, ma ritornando nel “qui e ora”, minuto dopo minuto, passo dopo passo, respirando, li abbiamo vissuti e superati insieme. E’ questa la forza del gruppo.
Lascio qui la poesia che, per gioco, ho scritto il penultimo giorno:

Al giorno sesto siamo arrivati
In dieci tutti appiedati
Nonostante salite, vesciche e risate tutti sudati
Le nostre due care guide ci hanno salvati

Giunti alla meta oramai siamo arrivati
E io con tutto il mio cuore e amore
Mando un abbraccio a tutti con grande calore ❤

Questo cammino mi ha insegnato di cogliere quell’attimo, quel brivido, quell’istinto profondo che ti illumina il cuore e dice VAI, senza farsi bloccare dalle paure, dalla testa che rema contro quello che il cuore sta dicendo. Mi ha insegnato che non importa cosa si vede, ma cosa si Sente. Mi ha insegnato che esistono persone così sensibili e con un cuore così grande che fanno vibrare l’anima.. Mi ha dato la speranza che allora ancora qualcosa di buono, e molto buono, nel mondo esiste. Vorrei poter essere sempre attorniata da persone così. A fine viaggio scendono le lacrime: grazie perché mi avete toccato il Cuore.

Grazie Appennino Slow, grazie NoisyVision, per avermi donato questo magnifico regalo e possibilità.

Grazie ai compagni di viaggio per avermi fatto sentire in una grande famiglia, per aver condiviso con me una parte di loro e per avermi dato l’energia necessaria giorno dopo giorno.

Grazie Sharon e grazie Marco per avermi guidato, non solo nel Cammino, ma soprattutto per avermi acceso una luce nell’anima, una luce che era rimasta spenta da troppo tempo.

 

Martina

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