Il dibattito tra Amelia e Lucia ha spunti da entrambe le parti, ma propendo per un giudizio positivo.
Infatti se e’ vero che ci sono tanti strafalcioni sulla terminologia, si vanno modificando nel corso del film, proprio in un processo di apprendimento che se non ci fossero errori iniziali non ci sarebbe narrativa.
Lo spettatore impara con lui/loro.
Del resto molte persone ancora sbagliano e la maniera migliore per far capire l’errore e spiaccicarglielo davanti. SI, l’esagerazione a tratti urta, ma urta chi mastica inclusione e dintorni da anni.
Per il resto il lessico comune e’ ancora da migliorare e secondo me questo film può dare un contributo.
Tutti i commenti che si possono fare a questo film sono simili a quelli che si fecero per Bianca, la serie di RAI1. Il cane era sbagliato, lei era troppo bella, aveva i super poteri …
Ma in effetti per fare una storia ci vuole un personaggio e se nella vita quotidiana ci sono tante persone belle che fanno cosi piu’ semplici e che non sono ne’ violiniste ne’ tenniste, nei film servono dei personaggi che creino una storia avvincente, che ti tenga allo schermo fino alla fine, e che tenga chiunque, non solo chi magari e’ interessato alla tematica e quindi lo guarderebbe a prescindere dalla noia.
Qui c’e una f**a pazzesca che fa innamorare uno sciupafemmine da Donatello.
Si guarda anche senza suono
(esagero, ovviamente)
E cmq la scena della cena, e’ molto romantica. Quasi Crialese.
Molto più che quella finale.
A volte per portare il cambiamento ci vuole un po’ di leggerezza,
Un po’ come galleggiare.