….Un gruppo di persone (tante) che vuole condividere un pezzo di strada e fare in modo che questo sentiero lo possano godere tutti.
Tutti.
Bambini, ragazzi, adulti. Pure gli animali.
Il fango non ha certo reso semplici i passi ma sarà proprio la terra bagnata a preservare le impronte nel tempo.
Zampe, piedi e le scie di tre ruote resteranno sulla terra come un marchio.
La terra cristallizzerà per un tempo lungo questi passi.
Passi briganti.
Passi inclusivi. Passi di tutti”
3° tappa. Da Nesce a Valle del Salto (piccola modifica di destinazione Cartore) circa 17 km. Il percorso si è aperto a
#panorami verdi e
#selvaggi. Il fondo in mattinata ci ha permesso di andare spediti e tranquilli. Pranzo con
#amatriciana e poi salita. La salita non è stata dura ma abbiamo trovato fango poi fango e poi fango ancora. Le scarpe rimangono giù intrappolate e le strade alternative da percorrere le apriamo o ce le inventiamo. Nessuno rimane indietro. Neanche il buon colombiano Luis che si benda per provare ed esperienziare le stesse sensazioni dei nostri amici ipovedenti. È tosto Luis. La
#joelette va e macina terreno. Alla fine viene condotta avanti e dietro da Ciccio e Dario. Ciccio e Dario sono ipovedenti. Sono spettacolari, insieme a Daniela, anche lei ipovedente, che non mollano veramente mai, neanche tra rami e fango (ancora lui).
Arriviamo finalmente alla Valle del Salto dove veniamo accolti in una struttura stupenda ( la baita del brigante) dove addirittura ci facciamo il bagno in piscina. Adesso fettuccine ai funghi porcini. Il fango rimarrà attaccato come uno splendido ricordo.
Ieri quarta tappa: da Cartore a Massa D’Albe. Una tappa bellissima che si sviluppa fondamentalmente tutta ai piedi di
#montevelino. Profumi e suoni della
#natura tra
#erbespontanee e
#mucche al pascolo. Qualcuno dice di aver visto anche i
#cervi.
Le due joelette, la prima con il veterano Fabio e la seconda con il piccolo veterano Francesco, hanno trovato nuovi conduttori tra i quaranta partecipanti.
Pranzo super organizzato dalla pro loco di
#rosciolo e sempre tanta armonia in gruppo.
Arrivo a
#MASSADALBE con cena organizzata dal Comune di Massa D’Albe.
Giornata davvero bella.
Sesta e penultima tappa: da Magliano a San Donato.
La mattina ci aspetta la
#montagna più dura del
#cammino con una pendenza costante. Ma ce la mangiamo grazie a a 3 “bestioni” e Fabio quasi vola in joelette.
È l’ultima tappa di Luis e di Michele ed è la prima esperienza inclusiva per alcuni venuti apposta da Roma e L’Aquila.
Chi va e chi viene… il nostro cammino è così, ciò che rimane è la felicità di condividere
#passodopopasso qualcosa di unico che stiamo creando.
Alla fine alla guida della #joelette i ragazzi ipovedenti e bendiamo anche Fabio per rendere tutto più
divertente
. Fabio si presta a tutto ed è un grande.
Ospitalità straordinaria del b&bcasadigiulia a San Donato e de la casa dei nonni a Scanzano.
La cosa più bella che stiamo trovando è il calore e l’ospitalità della gente. Calore che trasformiamo in energia.
I chilometri fatti sono tanti ma ne mancano pochi…
Un po’ siamo felici ma inizia ad arrivare anche un po’ di nostalgia.
Settima ed ultima tappa: da San Donato a Sante Marie.
Che sia la tappa finale ce se ne accorge dai volti dei partecipanti… felicità e magone, ultimi 12/13 km e poi il nostro
#camminodeibriganti sarà terminato. Ma il buon Dario di
NoisyVision ETS ci ricorda che comunque la tappa è lì e dobbiamo godercela. E allora ce la godiamo.
Saliamo sulla
#montagna di San Donato e la vista panoramica è a dir poco stupenda, il verde poi quest’anno è ancora più
#verde se possibile.
Scesi a Scanzano ci aspetta una colazione ricca e piena di cuore fatta dalla gente del posto… grazie!
A Scanzano però succede anche qualcosa di magico… da 30 passiamo a circa 90 camminatori, si uniscono a noi infatti bambini e ragazzi con la sindrome di down, malati oncologici e tante belle persone. Un kaos bellissimo che sfida il sole e il fango. Ognuno a modo suo. Grazie per esserci stati
Associazione di promozione sociale I girasoli APS e Aipd Marsica (
Monica Carducci)
Poi il finale a sorpresa… un diluvio di quelli pesanti ci costringe a trovare riparo in un piccolo tunnel di Tubione (2 residenti ;-))… ci guardiamo in faccia, l’acqua è tanta e manca ancora un’ora e trenta, che fare?
Sistemiamo i nostri nuovi ospiti… e noi?
E noi neanche a chiederlo, in quegli ultimi km ci sono dentro tutti e gli altri 90 di chilometri e allora ci rimettiamo in marcia. Secchi di acqua, tuoni, freddo e vento… niente ci ferma ormai
#santemarie è lì davanti a noi. Arriviamo in gruppo, urliamo dalla gioia e dalla soddisfazione. Ed urlano con noi anche il sindaco Berardinetti zuppo e il forte e temerario Riccardo, ragazzo con la sindrome di down che accompagnato dal suo splendido papà, in maniche corte, ha deciso di non mollare.
Tutto il resto poi è solo festa perché le cose belle andrebbero sempre festeggiate. E noi non abbiamo fatto una cosa bella ma molto di più!
Un
#cammino nella sua interezza è composto, solitamente, di:
#paesaggi ,
#borghi, esperienze, fatica, passi e chilometri.
Anche il nostro
#camminodeibriganti #inclusivo è stato tutto questo ma prima dei paesaggi, dei borghi, della fatica, dei passi e dei chilometri c’è stato un elemento fondamentale che ha contraddistinto il nostro andare e cioè il
#capitaleumano
Immaginate un panorama mozzafiato che non viene descritto a persone cieche e/o ipovedenti, immaginate persone che davanti un ostacolo mollano la
#joelette , immaginate persone che spinte dalla voglia di arrivare lasciano indietro una bambina con la sindrome di down, immaginate un cammino dove ognuno pensa a sé stesso… ecco immaginate tutto ciò e poi immaginate il contrario. In quel contrario fatto di umanità, di passione, di condivisione, di solidarietà troverete il nostro cammino. Un cammino fatte di persone vere, belle che danno ancora speranza.
E allora lasciatemi presentarvi queste persone e ringraziarle pubblicamente per quello che hanno dato e fatto… ve le presento con le splendide foto di @cristina.
Dario Sorgato, Ciccio e Daniela. I ragazzi di noisy vision.
#ipovedenti. Dal nord, dal centro e dal sud Italia sono venuti a Sante Marie e ci hanno emozionato con la loro curiosità. Chiedere cosa ci fosse intorno a loro, il fidarsi tenendosi con due dita allo zaino di quello davanti, il voler camminare anche con una caviglia malandata. Il commuoversi e farci commuovere. E il voler portare la joelette. Stupendi.
Fabio Cofini. Stare sulla joelette per una settimana non è facile. Stare sotto il sole e poi la pioggia per una settimana non è facile. Fidarsi non è facile. Ma il nostro Fabio è il simbolo di ciò che vuol dire mettersi in gioco, rischiare, provare, avventurarsi. Il nostro Fabio è un piccolo grande eroe in joelette.
Francesco, Denis, David e Raffaella. Anche loro in joelette per una tappa. Chi per la prima volta chi per l’ennesima. Un piacere vedere i loro volti felici. Un piacere vedere i volti dei loro cari felici. Senza la loro disponibilità e la loro fiducia non avremmo fatto niente. Splendide persone circondate da splendide famiglie.
Gabriella e Riccardo. A una settimana dal loro matrimonio hanno deciso di partecipare attivamente al progetto. Vanno, vengono, si organizzano in maniera di essere più presenti possibile. Gabriella conduce Ciccio e lo aiuta con gli ostacoli e gli spiega il territorio. Riccardo prende la joelette e tira con tutta la forza. La loro passione è stimolante.
Elena, Francesco, Marco, Annalisa, Claudia e tutti gli amici dell’ associazione i grifoni di Forme. Fondamentali dal primo momento in cui è nato il progetto. Sempre presenti nell’organizzazione, nel trovare i conduttori di joelette, nel diffondere l’evento, nella disponibilità, nella raccolta fondi, nella logistica, nella concretezza. Senza di loro probabilmente non saremmo riusciti a far partire il progetto. Una fortuna vera averli accanto.
Emanuela. Si scapicolla da Roma per partecipare anche solo a una mezza tappa. Fa sopralluoghi, accompagna gli ipovedenti, motiva il gruppo e non perde mai il sorriso. Coinvolge Giovanni che risulterà un aiuto super gradito. Una vera forza della natura.
Mich Cip’o e Luis. L’abruzzese e il colombiano. Uno che lascia la sua arma migliore, la macchinetta fotografica, per prendere in mano la joelette, l’altro venuto per l’occasione da Praga per mettersi in gioco e scoprire nuove terre. Per lunghi km hanno avuto in mano la joelette per gli altri chilometri hanno curato la parte socievole. Forti e gentili come un abruzzese e come un colombiano abruzzese
Max. La vera sorpresa di questo cammino. Un trascinatore nato per: fisico, forza e allegria. Arrivato senza conoscere nessuno è diventato l’anima del gruppo. Il vero esempio di mettersi a disposizione. Epiche alcune tappe in cui ha preso in mano la joelette e l’ha condotta dall’inizio alla fine. Un grande ragazzo dentro e fuori.
Il sindaco
Lorenzo Berardinetti, Luciana ed Alessandro. I tre di Sante Marie. Con loro è nato il progetto. Hanno curato tutta la parte logistica di vitto, alloggio e spostamenti vari. Fondamentali ognuno a modo suo: chi in marcia come il sindaco che non ha mollato neanche sotto il diluvio, che in scrivania come Luciana che coordinava strutture, pranzi e cene e chi come Alessandro sopra la jeep a trasportare bagagli e persone. Sante Marie è fortunata ad averli
Barbara e Simone. I nostri filmmaker. Due ragazzi d’oro che hanno macinato più chilometri di tutti correndo avanti e indietro per non perdere immagini, attimi e storie. Come un diesel sono partiti piano per poi esplodere in allegria e partecipazione. Sempre con il sorriso, sempre attivi, sempre disponibili. Una scommessa già vinta con loro, a prescindere dal documentario che verrà.
Gabriele. 6 anni. 4 tappe fatte con noi. Circa 60 km sulle sue gambette. Sempre vicino alla joelette o a togliere le pietre lungo il percorso. L’energia pura. La bontà. Un bambino educato, tosto e che ci lascia ben sperare nel futuro. Ha emozionato tutti. La nostra piccola grande mascotte.
Le associazioni: Ethnobrain, il bosco interiore, i Girasoli, AIPD, coperativa Kymera e Arcat. La loro partecipazione è stato un valore aggiunto del progetto. Senza di loro non avremmo avuto tra di noi David, i bambini e ragazzi con la sindrome di Down, le donne in riabilitazione oncologica, lo yoga per tutti e ragazzi in fase di recupero da ludopatia ed alcolismo. Senza Kymera non avremmo avuto guide esperte a condurci. Loro sono il vero significato del “for all”. Per tutti. Finalmente
Io. Mirko. Sto dietro a questo progetto da mesi. Notti insonni e mille cose da coordinare. Ma lo rifarei 10, 100, 1000 volte. Forse ad oggi questo cammino rappresenta il mio più grande risultato. Se c’è una cosa di cui vado orgoglioso è di aver creato la squadra giusta. Ho dato tanto e ho ricevuto di più. Ho ricevuto soprattutto l’abbraccio di una piccola bimba con la sindrome di down che, portandola in braccio, mi accarezzava e mi indicava di andare avanti. E allora andiamo avanti.
Per forza di cose mi sono limitato a presentarvi chi è stato lo zoccolo duro ma sappiate che tutti quelli che sono venuti anche solo per una tappa, o anche meno, hanno lasciato e preso qualcosa da questi chilometri inclusivi e allora grazie di cuore veramente a tutti.
Abbiamo fatto una piccola grande storia tutti insieme e credo che questa storia la custodiremo dentro di noi a lungo.