NoisyVIsion ONLUS diventa NoisyVision ETS

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Il 23 Marzo 2023 NoisyVision è entrata a far parte del Registro Unico del Terzo Settore (RUNTS).
L’entrata in vigore del RUNTS segna la fine delle Onlus; le organizzazioni coinvolte per vedersi confermare alcuni benefici dovranno diventare Enti del Terzo Settore.
Da questo momento in poi la nostra associazione passa da NoisyVision ONLUS a NoisyVIsion ETS.
Riforma del Terzo Settore
  • La riforma del terzo settore norma in un solo testo tutte le tipologie di organizzazioni denominate “enti del Terzo settore (Ets)”. Nasce, così, una definizione comune per soggetti diversi, dalle piccole organizzazioni, le reti nazionali, dalle cooperative sociali agli enti filantropici.
  • Si tratta di associazioni, fondazioni o altri enti di carattere privato diverso dalla società, che svolgono una o più attività di interesse generale (un elenco di 26 aree di intervento centrali per la vita delle comunità) in forma di azione volontaria o di erogazione gratuita di denaro, beni o servizi, o di mutualità o di produzione o scambio di beni o servizi, accomunati dall’iscrizione al registro unico nazionale del terzo settore (Runts) e che perseguono finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale senza scopo di lucro.
  • Sono 7 le nuove tipologie: organizzazioni di volontariato (Odv); associazioni di promozione sociale (Aps); imprese sociali (incluse le attuali cooperative sociali); enti filantropici; reti associative; società di mutuo soccorso; altri enti.
  • Viene definito un confine preciso, quindi, che lascia fuori soggetti come le amministrazioni pubbliche, le fondazioni di origine bancaria, i partiti, i sindacati, le associazioni professionali, di categoria e di datori di lavoro. Per quanto riguarda gli enti religiosi, il Codice si applicherà limitatamente ad alcune attività di interesse generale e con regole ad hoc.
  • Al centro del terzo settore, lo svolgimento di attività di interesse generale, un elenco, aggiornabile, che mette ordine nelle attività consuete del non profit (dalla sanità all’assistenza, dall’istruzione all’ambiente) e ne aggiunge alcune emerse negli ultimi anni (housing, agricoltura sociale, legalità, commercio equo ecc.).
  • Il registro unico nazionale del terzo settore (Runts) è un’altra delle principali novità che andrà a sostituire i registri territoriali. Il Runts avrà sede presso il Ministero delle Politiche sociali ma sarà gestito e aggiornato a livello regionale.
  • Vengono istituiti presso il Ministero, il Consiglio nazionale del Terzo settore, nuovo organismo di una trentina di componenti (senza alcun compenso) che sarà tra l’altro l’organo consultivo per l’armonizzazione legislativa dell’intera materia, e la Cabina di regia, con funzione di coordinamento delle politiche di governo.
  • Centrale il ruolo del volontariato negli Ets, che diventa elemento caratterizzante di tutto il sistema. Un intero capitolo del codice del terzo settore è dedicato proprio alla sua promozione, un impegno per tutta la società a partire dalla pubblica amministrazione.
  • Diventare Ets implica il rispetto di una serie di obblighi su democrazia interna, trasparenza, rapporti di lavoro, assicurazione dei volontari, destinazione di eventuali utili, a fronte di esenzioni e vantaggi economici e fiscali, anche sotto forma di incentivi. Previsti, ad esempio, risorse per il nuovo Fondo progetti innovativi, ma anche strumenti finanziari dedicati con i Titoli di solidarietà e agevolazioni come il Social bonus.
  • Riconosciuto e normato anche il rapporto tra pubblica amministrazione ed enti del Terzo settore, coinvolgendo attivamente quest’ultimi nella programmazione e nella gestione di servizi. Beni mobili e immobili, inoltre, potranno essere ceduti senza oneri alle associazioni per manifestazioni o in comodato d’uso gratuito come sedi o a canone agevolato per la riqualificazione.
  • La riforma riconosce e potenzia il ruolo del Centri di servizio per il volontariato (Csv) che diventano 49 e allargano la propria platea di riferimento offrendo servizi a tutti i “volontari negli Enti del Terzo settore”, e non più solo con quelli delle organizzazioni di volontariato definite dalla legge 266/91.
  • La riforma rilancia il ruolo strategico delle imprese sociali, ribadendo l’importanza del Terzo settore quale motore strategico di una nuova economia, responsabile e solidale.
  • Nuove regole anche per il 5 per mille, storico strumento di sostegno del non profit, che si apre a tutti gli enti del Terzo settore iscritti al registro unico nazionale, snellendo alcune procedure burocratiche, accelerandone i tempi di erogazione e modificandone le soglie minime.
  • Il Servizio civile diventa universale con un apposito decreto, riorganizzato nella sua governance, rappresentanza, sistema di finanziamento e organizzazione.
  • Tra le novità, la nascita della Fondazione Italia Sociale, come fondazione di partecipazione senza scopo di lucro, per il finanziamento delle attività degli enti del terzo settore utilizzando risorse private.

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