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Nanni.
È questo il nome di chi ci ha accompagnato in questo viaggio sul cammino ibleo.
Fin qui tutto bene.
C’è tutto in questo nome.
C’è la Sicilia.
C’è qualche aneddoto di un bambino mancino.
Di un bambino gettato nel mare per nuotare come un delfino.
Un bambino che deve raccogliere pietre per i muri del nonno.
Fin qui tutto bene.
Ricordi di in siciliano che ha cercato il suo posto nel mondo per poi trovarlo qui, tra il mare e le rocce.
Di Falco.
Per fortuna è solo il suo cognome.
Che altrimenti sarebbe una presa per il sedere.
Perché noi di certo di falco non abbiamo gli occhi per vedere.
Nanni Di Falco
È tutto scritto nel nome.
Ma poco importa.
Ci interessa più dove ci porta.
Nella cava e nel covo.
Ah, no scusa, qui non c’è la mafia.
È meglio chiamarlo rifugio.
Non c’è mafia ma c’è tutto il resto a Ragusa.
Non c’è il cioccolato, unica ricchezza del vicinato.
In effetti è bella la sua Ibla.
Barocca, come il caffè.
Un po’ come te.
Oh Nanni, uomo dei monti e dei racconti.
La sapete quella della maga saregelhina, del ghiottone e dell’immersione?
O quella del vulcano e dell’altopiano e di Ciccio Pecora treno?
Sono storie della terra.
Terra tua, da oggi un po’ anche terra mia.
Terra nostra, terra vostra. Che Nanni ti mette tra le mani come un biscotto o una fava di cacao.
Grazie Nanni.
Grazie per questi passi, per i sassi.
Grazie per la tua autentica passione, per averci accompagnato non solo tra i tratturi e accanto ai muri.
Soprattutto tra le storie della tua gente.
Per averci messo tra le mani e nel cuore questo angolo di Sicilia che forse, per davvero, nasconde un tesoro.
Non è quello dei Greci, dei Normanni o dei Romani.
È il tuo.
Ora anche il mio.
Il nostro.
E di tutti quelli che avranno la fortuna di camminare con te.
Grazie Nanni.
Ora ti conoscono come quello che ha portato i ciechi a camminare, a urlare
E 1 e 2 e 3 Yellowtheworld!