In viaggio attraverso i sensi

di
30 gennaio 2023

Un viaggio attraverso i sensi raccontato nelle newsletter Il Cammino della Compagnia dei Cammini

Testi di Dario Sorgato

22 Novembre 2022 (485 / anno XXII)
il cammino /263

✔  Quanti sono i sensi?

È opinione comune pensare che siano cinque.
Questo perché sono cinque gli organi di senso principali.
Tuttavia questo accostamento organo-senso è solo uno degli approcci possibili al conteggio dei sensi, che per altro trova la sua origine in Aristotele.
Aristotele è accreditato per primo nella numerazione dei sensi nella sua opera De Anima. Anche se qualcuno li aveva numerati prima, è certo che i Big Five sono conosciuti da migliaia di anni, sono noti a tutti noi e sono ciò che la maggior parte di noi intende quando si parla di SENSI.
Platone e i suoi seguaci preferivano tra tutti i sensi quello della vista, ritenendolo il più affine all’intelligenza e quindi il più favorevole alla contemplazione. Nel suo racconto sull’origine del genere umano Platone parla solo di vista e di udito,
Sono passati tanti secoli e ancora oggi per la civiltà occidentale odierna questi sono i sensi privilegiati. Mentre le società orientali pongono maggiore attenzione a olfatto, gusto e tatto.
Inizia qui un viaggio attraverso i sensi, per scoprire qualcosa di più su quelli che tutti conosciamo e conoscere quelli che magari non abbiamo mai considerato.

30 Gennaio 2023 (487 / anno XXIII)
il cammino /265
✔  La vista

Lo dicevano Aristotele e Platone, ma non servono i grandi filosofi per comprendere che la vista è il senso più importante.
L’uomo percepisce fino all’80 per cento di tutte le informazioni e percezioni attraverso la vista.
Inoltre un’ampia area cerebrale è riservata alla vista. Gli stimoli registrati mediante gli occhi vengono condotti nella corteccia cerebrale attraverso il nervo ottico, e lì vengono poi elaborati. Confrontando con estrema rapidità le nuove informazioni con i ricordi, possiamo classificarle e riconoscerle come oggetti, paesaggi, altre persone o animali.
Attraverso la vista inoltre controlliamo la maggior parte delle nostre capacità motorie. Quando camminiamo o afferriamo qualcosa, i piedi e le mani si orientano attraverso gli occhi. Anche per l’alimentazione sembrerebbe che la vista abbia svolto un ruolo essenziale già nella preistoria.
Anche l’apprendimento risulta più facile attraverso la vista nella maggioranza degli esseri umani.
In poche parole la vista vale davvero tantissimo e senza vista è molto difficile e in certi casi impossibile camminare da soli in natura.
Chi può camminare dove e quando vuole si rende davvero conto della fortuna di ogni passo?
Probabilmente lo diamo per scontato, ma la vista è il lasciapassare per la libertà.
Dario Sorgato

17 Febbraio 2023 (488 / anno XXIII)
il cammino /266
✔  L’udito

Attraverso una costruzione geometrica di due triangoli, con delle bisettrici opportune, si riesce a stabilire la lunghezza di quelle corde, poniamo di lira o di chitarra, che noi chiamiamo oggi «do, mi, la».
Questa scoperta fu fatta da Pitagora, 2500 anni fa.
Pitagora ha trasformato ciò che è visibile in ciò che è udibile, perché la musica è fatta di proporzioni ed è sostanzialmente sempre stata considerata un’applicazione della matematica.
Profondamente colpito da questo legame tra musica e numeri, Pitagora trasse la conclusione che il numero è sostanza di tutte le cose.
Si poteva cosi spiegare il moto degli astri, il succedersi delle stagioni, i cicli delle vegetazioni e le armonie musicali.
I pitagorici sono i primi che hanno ricondotto la natura all’ordine misurabile.e hanno riconosciuto in quest’ordine ciò che da al mondo la sua unità, la sua armonia e quindi anche la sua bellezza.
Si dice che la natura è armoniosa e che quando camminiamo, immersi nella natura, siamo in armonia con essa.
Ci ricolleghiamo a quell’ordine di cui anche noi siamo parte.
Così il silenzio diventa prezioso.
Ci permette di ascoltare la musica armoniosa della natura e concentrarci sulla bellezza armoniosa del cielo e della terra.
Dante nel Convivio lo disse così:

“la Musica trae a sé li spiriti umani, che quasi sono principalmente vapori del cuore, sì che quasi cessano da ogni operazione: sì e l’anima intera, quando l’ode, e la virtù di tutti quasi corre allo spirito sensibile che riceve lo suono.”

La prossima volta che sarai nella natura, solo o con qualcuno, fai silenzio. Ascolta. È musica. È bellezza.

3 Marzo 2023 (489 / anno XXIII)
il cammino /267
✔ Il tatto

L’homunculus somatosensoriale è una mappa visiva di come le diverse parti del corpo vengono rappresentate a livello corticale. Le aree sono tanto più grandi, di dimensione maggiore, quanto maggiore è la loro importanza ai fini della percezione sensoriale.
Le dimensioni delle diverse parti corporee nell’homunculus dipendono dalle differenze nella densità d’innervazione, dando forma a una caricatura, apparentemente buffa e distorta, e che non rispetta le reali proporzioni anatomiche, pur essendo una fedele riproduzione della nostra abilità sensoriale.

Cosa significano quindi queste mani giganti?
Questo ci informa del fatto che la mano è una zona del nostro corpo ricca di recettori. Infatti, quanti più sono i recettori tanto più estesa sarà la porzione cerebrale funzionale al suo controllo e all’elaborazione delle informazioni reperite attraverso di essi. In altre parole: con le mani sentiamo di più.
Le mani rappresentano un meccanismo di accesso preferenziale al mondo circostante, permettono anche di accedere ad aree cerebrali che altrimenti rimarrebbero inaccessibili.
Le teorie costruttiviste sostengono che il pensiero si formi a partire dal contatto con il mondo. In particolare, il costruzionismo afferma che la cognizione è un processo derivante dalla manipolazione di oggetti concreti e quindi letteralmente dalla “costruzione” delle idee.
Questo dimostra che bisogna toccare, esplorare il mondo con le mani.
È importante che lo facciano i bambini per “costruirsi” il pensiero, che lo facciamo tutti per tenere allenato il sistema mano-mente.
Chi non vede è costretto a conoscere il mondo con le mani. Un’esperienza di cammino condivisa con chi non vede ci costringe a tornare a toccare oggetti, natura, persone.
Ci riporta a quella dimensione di contatto che avvicina e risveglia.

Dario Sorgato (NoisyVision)

18 Marzo 2023 (490 / anno XXIII)
il cammino /268
✔ Olfatto

Petricore e Geosmina sono nomi scientifici di alcuni tra i componenti che determinano il tipico “profumo della pioggia” che sentiamo dopo un acquazzone. Quel preciso odore non è infatti dovuto all’acqua in sé, bensì a una miscela di sostanze chimiche: ozono, oli e resine, petricore e geosmina che, combinate tra loro, creano questo inconfondibile aroma.

Il termine petricore è un composto neoclassico nato in inglese (petrichor) e formato da petro, “pietra” e icore, “essudato”, geosmina deriva dal greco antico γεω (gheo) che significa terra e ὀσμή (osmè) che significa odore; indica quindi l’odore di terra.
È ormai risaputo che i profumi e gli odori innescano delle vere e proprie scintille sensoriali che ci fanno partire per un involontario viaggio olfattivo tra i ricordi.
Conosciuta come “sindrome di Proust” dai ricordi riaffiorati dal profumo e sapore di una madeleine immersa in una tazza di tè in “La ricerca del tempo perduto”, il potere evocativo dell’olfatto è stato nei secoli celebrato in letteratura ed è diventato oggetto di studio delle neuro-scienze.
Pensa all’odore della pelle di tua madre o tuo figlio, all’acqua di Colonia che indossava tua nonna, che ti inebriava quando ti stringeva a sé.
Riusciamo a ricordare questi profumi e al contempo quando li percepiamo la mente torna esattamente a quel momento, quel luogo, quella persona.
Sono particolarmente legato al petricore perché lo associo ad alcuni cammini che ho fatto. Riesco a tornare con la memoria esattamente a quel momento, alle persone che c’erano intorno a me, alla temperatura, al paesaggio.

Che profumo ha il tuo cammino?
Dario Sorgato (NoisyVision)

7 Aprile 2023 (491 / anno XXIII)
il cammino /269
✔  Equilibrio

Nelle scorse settimane ho condiviso qualche spunto sui cinque sensi che tutti conosciamo.
Ma il viaggio attraverso i sensi non è finito.
Secondo l’approccio di Aristotele per cui ad ogni senso corrisponde un organo, a partire dal 1842 si può aggiungere un altro senso: l’equilibrio.
In quell’anno Jean Pierre Flourens ha scoperto il labirinto vestibolare, che si trova nell’orecchio interno ed è l’organo che controlla l’equilibrio.
Anche se non è un senso di percezione, ovvero non trasmette informazioni dall’esterno all’interno, dall’ambiente al cervello, è un senso molto importante.
Non solo controlla la capacità di mantenerci in posizione eretta, ma anche la capacità di orientamento e la velocità.
È facile immaginare quanto questo senso sia importante quando si cammina e quando si è tra le montagne e nella natura.
Il sistema vestibolare consente di decidere con quale velocità camminare, di coordinare il movimento.
Il cervello utilizza le informazioni dal sistema vestibolare nella testa e dalla propriocezione in tutto il corpo per consentirci di comprendere le dinamiche e la cinematica del corpo (compresa la sua posizione e accelerazione) costantemente.
In alcuni tipi di Sindrome di Usher, la malattia di cui sono affetto, è compromesso anche questo senso.
Credo sia fondamentale conoscere come funziona il nostro corpo e cercare di allenare e controllare con consapevolezza i movimenti e la velocità del nostro camminare.
Quando si dice che il cammino lento è il modo migliore per godere del viaggio a piedi è bene sapere che quella lentezza è la conseguenza del controllo del nostro equilibrio.
E se diciamo che siamo equilibrati è perché siamo grado di controllare la velocità.
In tutti i sensi.

Dario Sorgato

25 Aprile 2023 (492 / anno XXIII)
il cammino /270
✔  Termocezione

Il viaggio continua seguendo un approccio che considera i recettori sensoriali. E quindi anche se il caldo e il freddo li percepiamo spesso attraverso la pelle, è improprio pensare che sia il tatto a “sentire” le variazioni di temperatura. Siamo dotati di numerosi recettori tra cui i termo recettori sono preposti alla termocezione. Le sensazioni di caldo e di freddo non sono sensazioni assolute ma relative, in quanto non dipendono solo dalla temperatura dell’ambiente in contatto con il corpo, ma anche dalla temperatura di quest’ultimo. I recettori per il freddo rispondono a temperature comprese tra i 5 e i 40 °C, mentre quelli per il caldo rilevano temperature che vanno dai 29 ai 45 °C. A temperature inferiori ai 5 e superiori ai 45 °C vengono, invece, attivati i nocicettori, che mediano la percezione del dolore. Una qualità peculiare dei termocettori è che sono continuamente attivi, anche quando la temperatura cutanea rimane costante: essi presentano, infatti, una scarica tonica di potenziali d’azione, la cui frequenza è funzione della temperatura stessa. Questa modalità di attivazione dei recettori fornisce continuamente al sistema nervoso indicazioni sulla temperatura cutanea, che giocano un ruolo importante nelle funzioni omeostatiche di termoregolazione.

Strettamente correlata la sudorazione corporea, un importantissimo sistema di termoregolazione che tramite l’evaporazione dell’acqua (sudore) secreta dalle ghiandole sudoripare, sparse praticamente su tutta la cute, permette di abbassare la temperatura superficiale: a questo punto il sangue che scorre abbondante (vasodilatazione periferica) al disotto della pelle viene indirettamente raffreddato. Il meccanismo però risente dell’umidità: il vapore acqueo che si trova nell’aria (umidità) impedisce infatti al sudore di evaporare in quanto l’aria esterna è già ricca di acqua. D’estate quindi, l’elevata umidità esterna riduce le capacità di raffreddamento della nostra cute, e per risultato abbiamo un aumento della sudorazione senza avere un reale abbassamento della temperatura, riducendo così il comfort climatico.

10 Agosto 2023 (495 / anno XXIII)
il cammino /273

✔  Nocicezione

Il dolore nocicettivo si sviluppa a livello periferico in seguito alla stimolazione dei recettori periferici del dolore (nocicettori) i quali, attraverso le fibre nervose del sistema somato-sensoriale, inviano lo stimolo al midollo spinale, raggiungendo il talamo e quindi la corteccia cerebrale.
Nell’esperienza comune, nocicettori che rispondono a stimoli meccanici sono quelli che ci fanno provare dolore quando il nostro corpo subisce una pressione meccanica eccessiva. I nocicettori chimici rispondono invece a sostanze che possono provocare reazioni tali da ledere i tessuti, ad esempio gli acidi.
Compito del dolore fisiologico è quindi quello di proteggere il nostro organismo da eventi pericolosi per la salute o per il mantenimento della vita.
E nel cammino? le sollecitazioni meccaniche eccessive possono essere a livello muscolare, osseo, e cutaneo.
Ecco allora che il dolore al ginocchio o la sensazione di bruciore ai piedi sono campanelli d’allarme che qualcosa non va. Il calzino o la scarpa non sono quelli adatti e si stanno per formare delle vesciche. Oppure le nsotre articolazioni non sono allenate per sostenere tutti i chilometri che abbiamo fatto.
La prossima volta che sentirai dolore ascolta quel segnale e, se puoi, rallenta, fermati, Riposa.
Dario Sorgato (NoisyVision)


Dario Sorgato

 

(Torna su questa pagina nelle prossime settimane per continuare il viaggio)

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