Ho il mal di terra.
Questo significa che non sono ancora completamente tornato.
Sono a terra ma ho ancora il movimento dentro.
Come una barca lascia la sua scia, così il mare lascia il suo movimento.
L’acqua lascia i suoi effetti.
L’acqua è l’elemento Yin per eccellenza: questo elemento rappresenta l’energia di base, l’utilizzo della materia, l’inconscio che diventa conscio.
L’acqua libera le emozioni.
Una settimana sull’acqua, a pelo e dentro non poteva che fare questo.
Qualunque esse siano.
Non sono emozioni definibili.
Sono e basta.
Potrebbero avere il nome di rabbia, orgoglio, leggerezza, …
Pure emozioni distillate dal sole.
Appoggiate sull’orizzonte.
Immerse nel blu.
Avrei voglia di raccontare come è andato questo viaggio.
Ma è difficile dire come è andato.
Una settimana di barca è molto, molto intensa.
Sempre.
Dove l’intensità è una inevitabile conseguenza del mare.
Della vita a bordo.
Del caldo infernale.
Delle meduse.
Delle spiagge deserte raggiunte a nuoto.
Delle mucche gialle.
Delle occhiate sott’acqua.
Del tramonto di fuoco.
Del profumo di caffè mentre fai il bagno al mattino.
Del rumore della pompa dell’acqua nel cuore della notte.
Delle zanzare, le vespe, il falco pellegrino e tutto ciò che vola.
Dei gamberi al forno.
Del pastiss con ghiaccio.
Della musica dal vivo al molo.
Del motore che non parte.
Del vento che non soffia.
Del sudore sul cuscino.
Dell’acqua troppo calda.
Della terra che sparisce.
Della musica a prua.
Della profondità.
Delle individualità dell’equipaggio e delle relazioni.
Del rispetto.
Delle canzoni.
Delle carote.
Dell’amore.
Le conseguenze dell’amore non le ho inventate io.
Quelle erano diventate un pilastro di cemento.
E qui si sta parlando di qualcosa di liquido.
Liquido come la vita.
O il suo esatto contrario.
Dario