La Malinconia di un Innamorato. Diletta Zanella racconta l’alta quota

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Diletta Zanella
Sono pronta!
Finalmente la voce si è sbloccata e sono pronta a raccontare questa avventura, questa esperienza ad alta tensione emotiva.
Una settimana in Valsesia, una settimana in cui non avrei mai pensato di sentirmi così sotto esame, mettendo in discussione ogni scelta fatta.
Non è stato facile condividere ogni battito del cuore passo sasso inciampo respiro.
Una settimana tra le mie amate montagne cercando di far passare che cos’è l’alta montagna, le quote alpine e che quelli che incontriamo non sono semplicemente rocce, fiori, erbe. Sono una montagna affascinante, una signora di cui innamorarsi.
I giorni passati ad acclimatarci potrebbero sembrare inutili contenitori, in realtà sono stati ricchissimi per chi ha voluto scoprire le bellezze dell’alta montagna. Le rocce e i laghetti glaciali sono un luogo unico delicato di una bellezza potente ed emozionante. Non ho avuto modo e spazio di goderne come avrei voluto. E’ il mio lavoro potrebbe dire qualcuno, sono già stata lì molte volte dice qualcun altro.
Mi sono messa in discussione come guida per migliorare il modo di accompagnare chi non ha la possibilità di vedere, sudando ogni battito del cuore passo sasso inciampo respiro.
Sono stata felice come una bambina di avvistare il gipeto, i corvi imperiali, di annusare le orchidee, le arniche e il genepì. Li vedo come carissimi amici, che amo rincontrare. Sono triste e angosciata nel vedere quanto poco resta di un mondo che si sta sciogliendo.
La leggerezza non è più di casa ormai, da tanto, e solo i profumi di montagna calmano una mente troppo piena.
La voglia di riuscire a raggiungere la Capanna Margherita era ed è ancora tanta. L’amarezza o la tristezza di non esserci arrivata, non la sento meno solo perché l’ho già fatto. Ogni volta è diversa e questa lo sarebbe stata ancora di più.
Amica mia, io so che sei lì, ti vedo tutti giorni. Anche quando hai uno splendido mantello bianco.

La malinconia di un innamorato mi assale spesso in questi giorni perché avevo voglia di vederti, abbracciarti e annusare l’aria che sa di ghiaccio, neve e legno.
La rinuncia, le limitazioni, le delusioni, fanno male a chiunque, qualunque esse siano. Le differenze lassù sono minime. Come reagiamo a tutto questo? Ognuno di noi con il suo modo d’essere. Chi pensando alla prossima avventura chi diventando forte e deciso.
Io chiudendomi e tirando fuori gli aculei di un’istrice. Poi la voce si sblocca, il groppo in gola si scioglie in lacrime o parole e mi godo il momento. Mi godo le risate, i sorrisi, ogni battito del cuore passo sasso inciampo respiro.
Non mi importa se il mio racconto non è quello che ci si aspetta, non è una cronologia di fatti o di avvenimenti. Perché tutto è relativo, quello che ho vissuto io è molto diverso da quello che ha vissuto Pompea o Dario o Fabrizio e potrei solo intuire il loro sentire. Abbiamo condiviso, come amici, ogni battito del cuore passo sasso inciampo respiro.
Com’è andata? E’ stata una magnifica salita, come solo la montagna può insegnare, di una bellezza disarmante, di una fragilità incredibile. Dove noi piccoli esseri umani non comandiamo, ci adeguiamo. Ci rimettiamo a te saggio Budda di pietra e ghiaccio.
Agli amici con cui ho condiviso tutto questo: posso solo essere onorata di aver passato tutto questo turbinio di emozioni con Voi.
Qualcuno vede con gli occhi, qualcuno con il cuore, qualcuno con la mente e ci ha riportato a casa sani e salvi.

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