NoisyVision è nato il 1 gennaio 2011 come blog, con il dominio www.noisyvision.com.
Era inizialmente un blog personale di Dario Sorgato, fondatore dell’associazione, che in quell’anno aveva deciso di mettere nero su bianco i propri pensieri, emozioni, sensazioni legate alla Sindrome di Usher, che fino ad allora aveva tenuto quasi nascosta.
La grafica del logo e dei primi post si rifaceva ai principi della Lo-Fi (Low Fidelity, bassa fedeltà) un tipo di produzione musicale in cui gli elementi generalmente considerati imperfezioni di una registrazione o di un concerto sono udibili, alcune volte come scelta estetica deliberata.
In questo senso la grafica era molto rudimentale, fatta di figure e linee semplice, come quella dei primi personal computer.
Un modo per ricordare la scarsa qualità della vista di chi ha la Sindrome di Usher.
Ecco il primo logo, che rappresenta una persona con una mano aperta dietro l’orecchio a simulare l’ipoacusia e una mano chiusa a tubo davanti a un occhio, a simulare la visione tubolare della retinite pigmentosa.
Un logo tra il rumore e la visione, come la parola stessa NoisyVision suggerisce.
La scelta del nome NoisyVision nasce dall’idea di creare un termine legato al suono con uno legato alla visione, combinando aggettivi, sostantivi e sinonimi.
Il processo di scelta è stato lungo, pensato, ma anche divertente. Molto divertente.
Alla fine siamo arrivati a NoisyVision.
Semplice, sinestetico, internazionale.
Contiene la parola visione più che vista. Proprio perché la visione è possibile anche senza vista.
Come dice Helen Keller,
La cosa peggiore di non avere la vista è di non avere visione
Non è una parola che rimanda in alcun modo alla disabilità o alla malattia.
E questo è stato un aspetto spontaneo.
Infine, c’è una particolarità che rende NoisyVision straordinario.
E’ palindromo!
Nel 2016 abbiamo deciso di convertire il dominio in www.noisyvision.org per identificare nello stesso che si tratta di una organizzazione e non di una attività commerciale.
In quella occasione abbiamo ripensato alla veste grafica, con l’aiuto dello studio grafico BRRRANDS.
Per creare il nuovo logo le indicazioni erano: SEMPLICE, VISIBILE, ACCATTIVANTE.
Il punto di partenza del brainstorming è stato il simbolo dell’ipovisione.
Un occhio sbarrato in diagonale con un tratteggio che riempiono una delle due metà dell’occhio.
Nel logo finale di NoisyVIsion, infatti, si riconosce questa base di partenza.
La barra diagonale è diventata poi anche una delle stanghette della V e la stanghetta diagonale della N.
Nel logo infatti, si riconoscono queste due lettere.
La lettera V e la lettera N coincidono, in quanto nella N c’è anche una V (togliendo la prima stanghetta verticale). La prima stanghetta della N è suggerita da un segno interrotto in basso a sinistra.
A descriverlo a parole sembra tutto molto complesso, mentre il logo è davvero molto semplice, lineare, pulito, chiaro, visibile.
E’ nero su sfondo giallo, proprio per soddisfare i principi di alta visibilità, ma anche perché questa combinazione cromatica trasferisce i nostri valori.
Giallo: Attira l’attenzione, Gioia, felicità ed eccitazione, caldo e allegro, positivo
Nero: Formalità ed eleganza, sofisticatezza e minimalismo, autorità e potere
La psicologia del colore dietro l’uso del nero e del giallo nel marchio
NoisyVision, se scritto in stampatello minuscolo, va scritto tutto attaccato, con la N e la V maiuscole.
Nel logo compare come unica parola in stampatello maiuscolo o come due parole separate sovrapposte, a seconda che il logo sia orizzontale o quadrato.
Veniamo ora al payoff.
Con il termine pay off o payoff s’intende una frase breve posizionata sotto al logo che rappresenta l’azienda/associazione, ne esplicita la sua identità rendendo riconoscibile il brand in qualsiasi circostanza.
Il payoff ha il ruolo di riassumere i valori aziendali e lasciare una promessa al pubblico. Rendendola attraente, interessante, riconoscibile. Per questo la scrittura di un payoff o claim, insieme al naming e all’headline, è una delle imprese più complesse per un copywriter.
Leggi anche: Cos’è un payoff e come si crea: esempi pratici e famosi
Un paio di esempi di payoff famosi.
Apple, Think Different.
Nike, Just do it.
Vodafone, life is now.
E il nostro?
NoisyVision, non vediamo il problema, che in inglese si traduce con
NoisyVision, we dont’ see the problem.
Semplicemente fantastico.
Un payoff che contiene la non vista, la cecità, ma al contempo lo trasforma in un istante in qualcosa di positivo.
Ecco cosa c’è in NoisyVision.
Ecco perché è un logo vincente.
E forse anche grazie a questi messaggi, più o meno espliciti, siamo riconosciuti e riconoscibili nel mondo delle disabilità sensoriali e dell’inclusione sociale.
Con un logo che si mette volentieri anche su una maglietta o un cappellino.
Perchè è figo! O no?