E’ opinione diffusa che accompagnare una persona non vedente sia cosa complicata.
Ci vogliono alcuni accorgimenti (che trovi a questo link). Ma non si tratta di dover fare un corso, una scuola.
Eppure spesso le persone sono spaventate dall’idea di dover condividere un’esperienza con una persona non vedente.
Si pensa che si debbano dare indicazioni, essere sempre all’erta.
Nella maggior parte dei casi, chi non vede ha imparato a convivere con il buio.
E chi vede poco e male a convivere con la mancanza di profondità, di contrasto e nitidezza.
Questo significa che è la persona stessa ad avere precauzioni e accortezze.
E’ la persona stessa a chiedere se ha bisogno di aiuto.
E’ importante diffondere queste informazioni perché ci troviamo a scontrarci con l’idea che per stare con i ciechi bisogna avere particolare predisposizione, attenzione o energia.
I ciechi sono PERSONE che non vedono.
Le persone cieche non vanno portate come cavalli, ai quali si deve indicare cosa fare, dove girare, quando fermarsi, quando saltare.
(Ci stiamo riferendo all’equitazione. Anche i cavalli sono indipendenti)
Quando organizziamo le nostre attività, siano esse un cammino di qualche giorno, un viaggio in barca a vela o un weekend di degustazione di vino, fatichiamo a coinvolgere persone che per semplicità chiamiamo “vedenti”. Ovvero persone che sono interessate all’iniziativa e che non hanno difficoltà visive.
La presenza di questi partecipanti è importante per poter realizzare le iniziative, ma non perché essi debbano fare qualcosa di particolarmente impegnativo.
Devono semplicemente farsi toccare un gomito o una spalla durante gli spostamenti, indicare dove è il bicchiere con l’acqua e poco altro.
Non abbiamo mai sentito di persone che siano venute a camminare con noi e che alla fine del viaggio abbiano detto: bello, però è stato impegnativo, non lo rifarei.
Anzi, esattamente il contrario: stupendo, stare con voi non mi ha fatto sentire la fatica, ci vediamo alla prossima.
Diffondi questo post, speriamo serva a fare informazione. E a far capire che l’inclusione parte da te, da noi, da tutti. L’inclusione non è una cosa che riguarda i disabili. E’ una cosa che riguarda la vita, anche la tua.
Descrizione dell’immagine: un uomo con la testa di cavallo, con occhiali scuri e bastone bianco. L’uomo cavallo è Bojack Horseman, un personaggio di una serie di animazione.