Alberto Sani, scultore
Incredibile e singolarissima figura di scultore contadino, profondissimo ed ispirato cantore, sulle pietre tufacee e i marmi che usava scolpire, della vita agreste che lo circondava, ancora capace, in quanto completamente fuori dal suo tempo, di evocare potentemente il senso di una primitività altrimenti perduta.
Andrea Bianco, scultore
47 anni, di Bolzano. Sposato con Lara e padre di 4 figli.
Sinceramente vorrei dire che non mi definisco cieco, ma ‘non vedente’. Questa non è una pignoleria, ma una differenza sostanziale.
Credo che l’essere non vedenti sia un handicap fisico dovuto ad una malattia o ad un incidente; l’essere ciechi, secondo me, riguarda più la sfera etica e morale e non ha nulla a che vedere con il numero delle diottrie.
Spesso ci sono tra i non vedenti due eccessi: c’è chi si piange continuamente addosso e c’è chi ha un senso di rivalsa nei confronti del mondo e deve fare il superuomo.
Io ho un’opinione diversa.
Senza rinnegare il mio handicap, cerco di vivere mettendo a frutto le mie capacità, per avere una vita più piena, ricca e bella possibile. È vero che mi manca un senso, ma me ne rimangono altri quattro.
La scultura è un mezzo straordinario per esprimermi.
Attraverso le mie opere desidero instaurare un dialogo con il visitatore.
Quando scolpisco metto nel mio lavoro tutto me stesso: desideri, limiti, sogni, ambizioni, delusioni.
Spesso mi viene detto che le mie opere “hanno un’anima”. Con questa espressione colorita capisco che le persone hanno percepito che ho realizzato il mio lavoro con trasporto e non in modo asettico.
Lavoro marmo, legno, argilla e bronzo.
Ogni materiale è adatto per un tipo specifico di lavoro e per trasmettere alcune sensazioni. Cerco sempre di individuare quello più adeguato.
Andrea Ferrero Sette, pittore
Carico di positività, forse vista la sua giovane età anche un po’ inconscio, non si è arreso ma, pur non avendo risposte certe dalla medicina, ha riposto tutte le sue speranze nella ricerca scientifica, togliendo fuori tutto l’ottimismo di un ragazzo di 27 anni. Non si è chiuso a riccio, non si è fatto prendere dalla rabbia, ma ha riadattato la sua vita: sapeva che avrebbe dovuto vivere con questa coinquilina scomoda, ma questo non gli ha impedito di sposare la bellissima Anna, di uscire con gli amici, di lavorare, divertirsi e reinventarsi nel suo mondo solo in apparenza buio. È grazie a sua moglie Anna che si avvicina al mondo della pittura, che, nonostante lo scetticismo iniziale, diventa la sua principale valvola di svago.
Antonino Ruggeri, scultore
Può capitare a chiunque, di scoprirsi artista quasi per gioco. Di avvertire l’esigenza di “staccarsi” dalla normalità delle cose, e insieme, quella di osservare il mondo con gli occhi dell’anima e di trasferirlo in messaggi visivi, in immagini. Per comunicare ad altri sensazioni, sentimenti, emozioni.
Felice Tagliaferri, scultore
È senza dubbio uno dei più eccellenti scultori ciechi in Italia e nel mondo.
Ha intrapreso dal 1998 un percorso artistico molto personale da lui stesso riassunto nello slogan “Dare forma ai sogni”. Le sue creazioni sono infatti sculture non viste, che prima nascono nella sua mente e poi prendono forma attraverso l’uso sapiente delle mani, guidate da incredibili capacità tattili.
Collabora in maniera continuativa con i Musei Vaticani, il Museo Tattile Statale Omero, l’Accademia di Brera, l’Accademia di Roma, la Collezione Guggenheim di Venezia e l’Università di Dublino. Dal 2005 tiene laboratori didattici nelle scuole di ogni ordine e grado, conduce laboratori per insegnanti e giornate motivazionali anche per aziende e partecipa a convegni come relatore. È docente nel programma di Diploma post-laurea in Architettura “Building Beauty”. È Arteterapeuta accreditato E.n.p.a.c.o. Ha condotto il Laboratorio di arte partecipata “Un’Europa senza barriere: costruiamola insieme!” organizzato dal Parlamento Europeo in Italia guidando un gruppo di 150 persone con disabilità nella realizzazione della scultura “L’Europa che vorrei”.
Nel 2005 ha fondato “Chiesa dell’Arte“, la prima scuola di arti plastiche al mondo diretta da uno scultore non vedente ed è una scuola itinerante.
L’opera più famosa di Tagliaferri, il Cristo Rivelato, ha una storia molto curiosa. “Nel 2008 mi recai a Napoli nella basilica di San Severo. Chiesi ai custodi il permesso di poter toccare il Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino perché per me era l’unico modo di “vedere” l’opera. Mi fu negato il permesso”. Come ha scritto Simona Atzori, un no detto alla persona giusta diventa un sì per tutti.
Ad Aprile 2020, in anticipo rispetto ai tempi previsti, ha completato la sua ultima opera, la Pietà ribaltata
Luca Angelina, scultore
Qui le foto delle sue sculture
Lucilla D’Antilio, artista, designer e insegnante
Lucilla D’Antilio compie studi artistici e insegna all’Istituto d’Arte a Roma. Circa venti anni fa ha iniziato a perdere la vista fino a giungere ad un totale azzeramento della capacità visiva. Nel 2013 ha seguito un programma riabilitativo presso l’Istituto Sant’Alessio di Roma e ha iniziato a modellare la creta. Ha partecipato ad iniziative formative con diversi scultori: Alessandro Kokocinski, Felice Tagliaferri, Luigi Turati, alla Scuola di Arte Sacra di Firenze, Marco Augusto Duenas, nei Simposi di scultura in marmo della società Pemart di Carrara con Felice Tagliaferri e Roberto Domina. Nel 2015 ha esposto, con il gruppo Mano Sapiens, nelle seguenti mostre: Musei Capitoli a Roma, “La grande arte della disabilità” Margutta Art Village – Roma, “Open borders, open minds” a Roma. Nel 2016 espone nelle seguenti mostre: “MAC Donna” a Sabaudia (Lt), “Arte per tutti” al Palazzo Panciatichi di Firenze, “Toccami con lo sguardo” a Roma, “Dalle mani alla sacralità nell’Arte” a Sala (BO) con lo scultore Tagliaferri, a Fiuggi in settembre e ottobre 2016 mostra personale, Mostra “Legàmi” Casa Internazionale delle Donne a Roma e ha compreso che per lei esprimersi artisticamente è ancora possibile, ritrovando una matita virtuale per tracciare le forme che fluiscono dalla sua immaginazione.
Luigi Turati, scultore
“L’arte scultorea è un’arte tattile. Desidero che le mie opere siano apprezzate indipendentemente dal fatto che non ci vedo”
Mano Sapiens: mani che vedono, che creano.
Antonella Bretschneider Cattolica
Lucilla D’Antilio
Mariangela Cellammare
Rosella Frittelli
Clementina Penna
La mano nell’evoluzione dell’Homo Sapiens, è il fattore fondamentale e distintivo rispetto a tutti gli altri esseri viventi. E’ questa stessa mano sapiente che diviene protagonista quando una persona perde l’uso della vista. La connessione tra mano e cervello è così raffinata da riuscire ad ovviare, anche se all’inizio non senza sforzo, sia alle esigenze di apprendimento che a quelle creative, a volte in modo sorprendente.
Il nostro gruppo “Mano Sapiens: mani che vedono, che creano”, parafrasando la terminologia scientifica è nato recentemente con l’intento di sperimentare pienamente questa straordinaria capacità delle mani nel restituirci il mondo che ci circonda attraverso il semplice tocco. Una carezza che diviene atto creativo portando all’esterno tutto quello che la nostra immaginazione è capace di inventare. L’arte è il nostro campo di sperimentazione. Dopo essere stati fruitori, attraverso i percorsi accessibili – tattili nei musei, come quelli proposti da anni dall’Associazione di volontariato Museum, ora abbiamo iniziato un dialogo virtuoso con la creatività che ci darà l’opportunità di esplorare modi nuovi e originali di modellare opere sia visive che percettive tattili. Vogliamo condividere intensamente con tutti coloro hanno la curiosità di esplorare questa insolita via espressiva che erroneamente si è sempre pensata preclusa ai non vedenti.
Siamo in 5, come le dita della mano, le artiste del gruppo Mano Sapiens:
Milvia Terenzi, scultrice
Milvia Terenzi nasce a Gabicce mare, dalla più giovane età ama creare con la creta soprattutto figure umane, che per quanto immaginarie la riportano alla sua espressività eclettica di viaggiatrice. Nonostante gli studi accademici di indirizzo scientifico, ha frequentato laboratori artistici in India, a S. Francisco e in Indonesia, terre che hanno influenzato lo stile di molte delle sue opere. Studiosa, ricercatrice e stilista di accessori di moda, da sempre impegnata sui temi sociali. Da tre anni frequenta il laboratorio di scultura di Anselmo Giardini a Riccione, ed è socia fondatrice dell’Associazione Artistica Culturale SCultura di Riccione. Ha al suo attivo diverse esposizioni e mostre anche nel nostro territorio. Da circa 8 anni, per una grave forma di glaucoma, è non vedente e la sua arte è ancora più apprezzata, come se le sue figure emanassero una più forte espressività. L’uso competente delle mani guidate da straordinarie capacità tattili, danno alla sua creatività una sensibilità intensa; la cura dei dettagli spesso surreali, sottolineano il valore e l’unicità delle sue opere. L’amore e la passione per l’arte scultorea e la sua materia, accendono l’ispirazione con cui realizza piccoli capolavori