Poi c’è chi rinasce prima e chi dopo. Chi si nasconde e chi invece, grazie alla situazione circostante e soprattutto agli amici riesce a sentirsi uno”normale”
I miei genitori allarmati mi portarono al Burlo di Trieste, ospedale pediatrico, e si accorsero che effettivamente non sentivo dei suoni.
Da allora ho cominciato a usare gli apparecchi acustici senza nessun problema e ho passato tutta l’infanzia con le protesi. Non ho subito alcun bullismo. Con l’avanzare dell’eta non ebbi nessun grosso problema di vista. portavo gli occhiali come tanti altri.
Iniziai ad avere le prime difficoltà notturne durante l’adolescenza ma non ci diedi mai troppo peso, finché entrò nella mia vita un cane (Kira) un pittbull di 30 kg e grazie a lei che ho “scoperto” la retinite pigmentosa. Mi spiego. Essendo un cane stava distesa per terra e io involontariamente la pestavo. Per un paio di volte i miei genitori hanno pensato che fossi distratto.
“Dai mona svejate” mi dicevano.
Finché a 17 anni tornai al Burlo di Triste dove mi diagnosticatono la retinite pigmentosa con sindrome di Usher di tipo 2.
Vorrei ringraziare anche Kira per chi se lo fosse chiesto e ancora viva ha 14 anni e ora quando mi vede arrivare è lei a spostarsi.
Non ringrazierò mai abbastanza i miei amici che mi hanno fatto sentire sempre uno normale.