In Montagna Siamo Tutti Uguali. Impressioni di Settembre

di
21 settembre 2018

Nostalgia, ehi ehi, ohi ohi, ahi ahi ahi
Quel breve periodo di Settembre dove anche gli amici degli amici sono tuoi amici é diventato lungo per me per l’intensitá e la varietá del fluire e rifluire delle emozioni e sentimenti emersi dal pozzo profondo dove li avevo deposti da un bel po’.
Altresí significa che sono “VIVO” e quindi pronto a rimettermi in cammino dentro e fuori di me ricordandomi di fare le soste dovute perché un cammino senza fermate non é un vero “CAMMINO”

A volte penso che la notte sia più viva e più ricca di colori del giorno.

Vincent Van Gogh
Scrive cosí Roberto, uno dei partecipandi della seconda edizione del progetto “In Montagna Siamo Tutti Uguali“. Una riflessione sulla nostaglia, sui sentimenti e sul cammino. Una citazione sul buio.
Poche parole che racchiudono l´essenza di questo viaggio a piedi che ha visto persone non vedenti e ipovedenti percorre la Via degli Dei.
Era un fiume in piena quando raccontava le sue impressioni al microfono di Radio francigena, durante il cammino stesso..
“Ogni giorno é piú bello del giorno prima. É la veritá. Perché il gruppo é sempre piú consolidato, l´ambiente é sempre piú vario.
È un´esperienza unica, molto diversa da altri cammini che ho fatto, sia per l´ambiente che per il gruppo, che é una parte importante di questa esperienza.
La cornice di questa esperienza é l´ascolto di una musica sensoriale che si chiama musica della natura. È il rumore del silenzio assoluto, sono gli odori e i profumi, dei fiori, delle piante, del letame, delle cucine, é l´idromassaggio, della pioggia, é la carezza del vento. Al centro di questa cornice ci sono qeuti rapporti solidali, del gruppo, che ogni giorno sono sempre piú intensi, piú profondi. E quindi al di lá del nostro vissuto, delle nostre aspettative c´é una fusione, nell´essere qui, ora e tutti assieme. “
I sensi diventano come un´orchestra, che compone una musica. è questa la bellissima metafora di Roberto. Una musica sensoriale, un concerto, che anche il silenzio assoluto contribuisce a comporre.
“Essere in gruppo vuol dire anche stupirsi di quello che vedono gli altri. Sembra facile appiattire il discorso, ma invece é molto diversificato. Perché magari uno ha il campo visivo ridotto, l´altro la visione netturna compromessa.
Vedendola in maniera ottimista, io vedo in modo impressionista. Tutto attorno a me é un po´sfocato. Come in un quadro impressionista. Questo lascia piú spazio all´immaginazione, che a volte é piú ricca dell´immagine stessa. Perché ti chiede qualcosa dentro, e quindi ti aiuta a tirar fuori qualcosa oltre a quello che vedi, a elaborarlo, a farne esperienza.”
Lo sguardo di un gruppo diventa quindi uno sguardo collettivo, fatto dei singoli sguardi dei componenti.
Vedere non dipende dalla vista. Dipende dall´osservazione,  dall´interesse, dalla ricerca. Vedere va oltr la vista. Non é negata a nessuno questa possibilitá.
E´fondamentale l ´sosservazione, la ricerca. I sensi sono dei mezzi, non il fine.”
In base a quanto dice Roberto, quindi, ogni esperienza é legata al gruppo, perché questa Via degli Dei é quella che abbiamo visto noi, raccontandocela, spiegandola nel dettagli, toccandola. Non dando per scontanto niente.
La veritá di ció che é potremmo veramente definirla attraverso i racconti di ognuno di noi, componendo uno scenario che forse é il piú  vicino possibile alla realtá.
Questo vale per la vita di tutti i giorni, ma in questo gruppo, accomunati da bisogni simili, i risultati sono piú immediati.
Alle parole di Roberto si affiancano quelle di Pompea, Liliana e Giovanna, non vedente, che vede con i piedi, con il tatto indiretto, come lo chiama lei. Si affida completamente a loro, che, appunto, sanno dove andare.
E allora camminare diventa un abbandonarsi, un modo per dimenticarsi della propria persona, come dice Niccoletta, e quindi di stare bene e sentirsi parte di questo commovente Tutto che é la Natura.
Durante il cammino abbiamo trovato parole per il gruppo, per la Natura, per la Storia, per i nostri sguardi, per i sensi  e le sensazioni, ma continuiamo questo cammino per cercare una definizione perfetta per  inclusivitá.
Un´inclusione in divenire? O un´astrazione dell´inclusione?
La definizione reale è
Tendenza ad estendere a quanti più soggetti possibili il godimento di un diritto o la partecipazione a un sistema o a un’attività.
Comunque sia é cercando significati che continuiamo la nostra strada. Cercando continuamente un significato migliore, una definizione sempre piú appropriata per la parola che definisce anche in questa occasione il senso piú profondo di questa esperienza #YellowTheWorld.
Un mondo più giallo é un mondo più accessibile, un mondo che tutti possiamo vivere ed esperire.
E vivendolo sentirci, magari, un po’ più uguali.
Grazie.
Sentilo davvero come un grazie a TE. Che hai camminato, che hai deciso di metterti in gioco, di partire.
Tieni nel cuore per il tempo più lungo possibile l’abbraccio di Claudio, la risata di Roberto, la solarità di Giovanna, la dolcezza di Elisa, la speranza di Niccoletta (due c), la dolce discrezione di Nicoletta (una c), la gentilezza di Marco, l’esuberanza di Antea, la saggezza di Nino, la forza di Sharon, la simpatia di Pompea, la conoscenza di Alessandro, la veemenza di Marcello e Flora, la calma di Giacomo, la temperanza di Valerio, il sorriso di Federica, la dedizione di Liliana, l’estravaganza di Elvira, la conoscenza di Igino, la voce di Heikki, la pazienza di Santu, l’ indispensabile presenza di Donato.
Tieni nel cuore l’amore di tutti noi.

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