In Montagna Siamo Tutti Uguali, il giorno dopo

di
27 maggio 2018

Si è conclusa la prima edizione del progetto “In Montagna Siamo Tutti Uguali”.  Mentre ciascuno dei partecipanti ritorna alla propria vita, cercando di riordinare i pensieri e le emozioni ci sono noi raccogliamo le parole e le immagini, per lasciare un segno che possa essere ritrovato, da chi c’era, da chi vorrà esserci e da chi vuole cogliere uno stimolo per il proprio cammino.

Carissimi Amici, Carissime Amiche
una settimana fa a quest’ora stavamo bevendo del buon Prosecco sulla terrazza dell’Hotel Dino.
C’era Firenze all’orizzonte, la nostra meta.
C’erano fronde sulle nostre teste, qualche lume che si preparava a illuminare la sera (invano).
C’erano risate nelle nostre voci, sorrisi sulle nostre labbra.
C’erano tutti gli ingredienti per poter dire che quel momento era perfetto.
Si, perfetto.
Noi, imperfetti per natura, eravamo in quell’attimo, con i piedi stanchi, la pelle bruciata dal sole, i cuori e le menti invasi di natura, paesaggio.
Avevamo nel naso i profumi degli alberi, quelli di cui ora sappiamo anche i nomi.
Avevamo nelle orecchie il canto degli uccelli, il rintocco delle campane di Monte Senario.
Avevamo sulla pelle le vibrazioni delle nostre voci, l’onda leggera dei corpi uniti in una danza circolare, i respiri profondi all’unisono.
Avevamo ogni passo, guadagnato con un po’ di fatica, sulle rocce, nel fango.
La grandine e la pioggia avevano provato a intaccare questo nostro desiderio di perfezione. Invece hanno solo reso tutto più epico.
Siamo stati segnati da un difetto che ha un nome: ipovisione o cecità. Ma noi lo sappiamo che non è questo a renderci incapaci di scegliere la vita.
Questa vita che abbiamo voluto portare ad un alto vertice decidendo di partecipare a questo cammino.
Chissà quali erano le vostre aspettative, chissà se sono state soddisfatte o deluse. Spero superate.
Io fatico a credere che in ogni nostro momento futuro non ci sia un po’ di quel giallo che abbiamo portato da Bologna a Firenze.
Sono tanti i momenti che andrebbero ricordati, registrati, fermati.
Istanti che il timore dell’oblio mi spinge a credere che debbano essere indelebili.
Vorrei ricordare alcune delle ragioni delle nostre risate, per poter ridere ancora.
Farò tesoro del ricordo di essere stato molto, molto bene. E felice.
Userò la consapevolezza di aver contribuito a far fluire una buona energia tra le persone e il nostro mondo di quei giorni, per continuare in questo cammino che chiamiamo #YellowTheWorld.
Eravamo tutti uguali.
Mi chiedevo se fosse un luogo comune.
Ora so che non é vero che siamo tutti uguali. E’ la diversità la nostra ricchezza.
Ma se in un bosco questa diversità é quella che rende bella la natura, la diversità umana é quella che rende incredibile l’umanità.
Invece in montagna, al ritmo dei passi, accompagnati o soli, succede davvero che le nostre diversità per qualche istante o anche qualche giorno, sono le caratteristiche non dell’individuo, ma del gruppo, di questo gruppo. Ora possiamo dire: le nostre.
Io non riesco a immaginare questo cammino senza quello che ognuno di noi ha portato.
Senza le simbiosi che si sono create, le amicizie nate in così poco tempo.
E questa uguaglianza temporanea, che le montagne degli Appennini ci hanno regalato, é il vero significato di questa bandiera, di questo colore, di questo urlo.
One two three, YellowTheWorld!!!
Un mondo più giallo é un mondo più accessibile, un mondo che tutti possiamo vivere ed esperire.
E vivendolo sentirci, magari, un po’ più uguali.
Grazie.
Sentilo davvero come un grazie a TE.
Dario
Riflessioni di alcuni dei partecipanti

Prcorrere “Il cammino degli Dèi” ha costituito la realizzazione di un sogno tanto agognato, tanto accarezzato; un sogno divenuto finalmente realtà. Un progetto che ha trovato concretezza grazie ad un gruppo di persone con il quale ho scoperto affinità elettive e comunione di intenti. ingredienti che mi hanno consentito di vincere questa sfida con me stessa senza alcun tentennamento, senza alcun momento di sconforto o di pentimento, anche quando le condizioni meteorologiche hanno reso più incerto e faticoso il nostro incedere! Ringrazio infinitamente tutto il gruppo.

Mirella

Orme sulla Via delgli Dei
Si procede sui percorsi più vari
Strade bianche, tratturi e sentieri polverosi,
su terreni  una volta fondo di antichi mari
ed oggi verdeggianti pendii montuosi.
La natura ti accoglie generosa
Con profumi, vocii e silenzi avvolgenti,
ti concede il respiro della foresta ombrosa
ti sussurra il suo canto trasportato dai venti.
Dove tu non arrivi c’è chi a te stà vicino
Che ti quida, ti ascolta , ti conduce per mano
Lungo i molti segreti che ti svela il cammino
Fra il presente ed un passato non troppo lontano.
Quel che poi rimane alla fine del viaggio
È il calore del gruppo  che ti avvolge uniforme,
e se anche tu vuoi vivere la nostra divina settimana di Maggio
dovrai solo seguire il percorso tracciato dalle nostre orme

Bruno

Inizio
Buongiorno cari amici miei.
Bellissime parole che vengono dal fondo del vostro cuore.
Leggendo i vostri racconti la mente torna ai bellissimi momenti trascorsi insieme a voi.
È piacevole ricordarli, nello stesso momento mi affiora una forte tristezza. Sento la vostra mancanza.
I momenti trascorsi con voi sono stati a dir poco stupendi i miei complimenti vanno anche agli accompagnatori Sharon ed il mitico Igino, che fin dal primo giorno hanno saputo interagire con il gruppo.
La parola “inizio” sta significare l’inizio di una nostra forte amicizia che porteremo per sempre nei nostri cuori. Spero che quanto prima ci possa essere un’altra possibilità da condividere insieme a voi un altro bellissima esperienza di trekking.
Grazie a NoisyVision e Appennino Slow che ci hanno dato la possibilità di fare questo bellissimo viaggio da Bologna Firenze. È stata per me un’esperienza unica, perché l’Appennino mi ha dato veramente tanto!!!
Alla fine di questo racconto fatemi la cortesia di pensare a me e di mandarmi un forte abbraccio come io sto facendo con ognuno di voi
Massimo

 

 

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