Esplorando la Cina. Uno sguardo ipovedente.

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Tempo fa ho scritto un articolo dove illustravo alcuni accorgimenti e situazioni sul tema del viaggio dal punto di vista di un Usher.
Sono rientrato da poco da un altro splendido e inteso viaggio in Cina. Sono stato a trovare un amico che vive e lavora a Pechino da circa un anno.
Questa volta sono partito con un approccio diverso rispetto a tutti i viaggi precedenti, per diverse ragioni.

La prima è che sapevo che la Cina e in particolare le metropoli cinesi sono delle Città con la C maiuscola. Pechino conta più di 18 milioni di abitanti, Shanghai più di 23 milioni.
Avete idea di cosa significhino queste cifre? Dimensioni spropositate, edifici enormi, strade a dieci corsie, reti metropolitane intricate, auto, bicilette, moto, smog, rumore, cani, gatti e tanta gente e sempre e ovunque gente.
In una parola: confusione, un continuo brulicare veloce di persone e mezzi. Un continuo movimento.
Se tutto questo viene trasposto in Cina, dove modi e costumi sono diversi da quelli occidentali, il tutto si traduce in un incontrollabile delirio.
Ora, se questo è uno shock per qualunque europeo, abituato a regole sociali per cui prima di entrare in un treno metropolitano si lasciano scendere i passeggeri, si cammina sul marciapiede mantenendo la destra, si attraversa la strada sulle strisce pedonali, si parla al telefono cercando di non infastidire chi ci sta accanto, si suona il clacson per allertare un pedone, provate a immaginare cosa significa per un ipovedente e un ipoacusico.
Per quanto siate bravi a immaginare, vi assicuro che non è sufficiente.
I cinesi sembrano non aver mai visto un bastone bianco e anche se ci sono le guide sul marciapiede, probabilmente non si sono mai chiesti a cosa servano.
A Pechino mi guardavano incuriositi e raramente mi davano la precedenza o mi facilitavano il passaggio.
Tuttavia ho avuto la fortuna di muovermi la maggior parte del tempo con un amico, al quale mi affiancavo tenendolo per il braccio o appoggiando una mano sulla spalla.
Marco doveva essere sempre vigile e interpretare le traiettorie delle miriadi di veicoli e pedoni sia per non scontrarsi lui stesso, sia per non far scontrare me.
Gli ostacoli sui marciapiedi sono numerosi e, come avevo notato in Turchia, i peggiori sono sempre quei paletti di delimitazione bassi.
Saranno anche gialli e neri, combinazione di colori appropriata, ma ancora non mi spiego perché debbano essere alti 40 cm, altezza perfetta a prova di tibia. Ovviamente ho voluto testare la resistenza della mia, ma i risultati sono stati pessimi e mi sono procurato un dolore atroce una ferita non molto profonda, ma sufficiente per infettarsi e tormentarmi per dieci giorni. E’ successo il primo giorno e visto che metto sempre in conto un incidente, quando succede penso: “Ok, anche questa volta ho già saldato il mio conto” così sono sicuro che non mi succederà nient’altro o comunque niente di peggio.

Ma allora noi ipovedenti siamo destinati a romperci le tibie e viaggiare solo in compagnia di un amico?

Non credo. Questa è la mia esperienza, questo sono io.
Il viaggio con un amico normo vedente permette un grado di stress molto inferiore e di poter andare anche di sera da qualche parte, ma la regola d’oro per ogni viaggiatore dovrebbe essere

Tutto quello che vedi, vivi e fai è già un dono, non è necessario vedere e fare tutto quello che scrivono sulle guide turistiche.

 

Se da un lato il viaggio in Cina è stato diverso dai precedenti perché ero quasi sempre con un amico, è anche il primo viaggio dopo il workshop The VIsionary Europe.
In seguito al workshop che si è tenuto a Maggio a Berlino, non riesco a non viaggiare con un occhio critico e attento a tutto ciò che concerne l’accessibilità delle città.
Mi piace fare attenzione a come affrontano il tema in altre città e in questo caso in un continente diverso.
Credo che in seguito alle Olimpiadi del 2008 muoversi nelle città cinesi sia molto più semplice. Infatti tutti i nomi delle stazioni delle metropolitane, delle strade e la segnaletica in generale sono sia in cinese che in alfabeto latino, così come gli annunci sonori sono anche in Inglese.
La cosa più esaltante che ho notato sono le mappe delle linee metropolitane con le lucine led che segnalano la prossima fermata e la direzione del treno.

La rete metropolitana di Pechino è una delle più semplici che abbia mai visto: rettangoli concentrici e linee trasversali. Spostarsi in città è come giocare a Mulino.
A Shanghai ho notato che i cartelli che riportano i nomi delle strade nella French Concession hanno anche le lettere E e W, N e S, a indicare i punti cardinali; molto utile per l’orientamento, soprattutto in caso di cielo nuvoloso o coperto da smog.

E veniamo allo smog. E’ qualcosa di mai visto e mai respirato. A Pechino sono molti a girare con le mascherine. Ma cosa c’entra questo con l’accessibilità e l ‘ipovisione? Beh, sicuramente la luce non abbaglia, ma, per contro la maggior parte dei veicoli a due e tre route e alcuni di quelli a quattro sono elettrici, quindi non si sente alcun rumore quando si avvicinano, con il conseguente aumento delle possibilità di incidenti.

Comunicare con i cinesi è difficile anche a gesti. Credo che abbiano un modo diverso di pensare e quindi ciò che a noi sembra scontato, per loro magari non ha nessun significato. Tuttavia questo non è un problema per ipovedenti o ipoacusici, ma una differenza culturale che riguarda tutti gli occidentali.

Il modo migliore per chiedere informazioni stradali è mostrare il nome cinese sulla mappa o sul GPS.

Sono arrivato anche a fare foto alle mappe prima di uscire di casa e poi mostrare le foto con i nomi ai tassisti.
Gli smartphone sono veramente rivoluzionari in questo senso. E i cinesi sono degli utilizzatori smisurati.

Hanno tutti e sempre lo smartphone in mano. Dita che sfiorano gli schermi, mentre camminano e mentre guidano. Sempre. Non so esattamente cosa abbiano sempre da vedere e leggere, soprattutto visto che Facebook non ce l’hanno.( Pare abbiano una versione cinese del social network, Renren )

Interessanti le audioguide. Cineserie, è evidente, ma avere una tavoletta con la mappa delle Città Proibita che segnala in quale posizione ti trovi e che attiva la descrizione vocale in base alla posizione rilevata dal GPS, è piuttosto innovativo.

Gli ultimi giorni li ho trascorsi nella zona di Guilin, nelle campagne nel sud della Cina. Favolose montagne terrazzate per la coltivazione del riso, come migliaia di livelli del Cielo e massi rocciosi lungo le sponde del Li RIver. In questo caso essere con Marco ha fatto la differenza, visto che tutti girano in biciletta. Dopo un tentativo fallito di noleggiare un tandem abbiamo optato per un comodo scooter a motore.

Ma sul trekking non mi batte nessuno. Sono un gran camminatore e solo le sherpa del villaggio di Dazhai riescono a camminare più di me. E mi portavano pure lo zaino!


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