Chi era Helen Keller? Uno straordinario esempio di rivincita sulla sordocecità.

di
18 aprile 2011

Helen Adams Keller è stata una scrittrice, attivista e insegnante statunitense, sordo-cieca dall’età di 19 mesi. La sua storia e quella della sua educatrice Anne Sullivan, è sorprendente è unica, per l’esempio di volontà, determinazione e forza, tanto da aver ispirato diversi film (Deliverance, The Unconquered, Anna dei miracoli, The Miracle Worker).

Il suo impegno in politica, nelle cause progressiste e per i diritti dei disabili, per la prevenzione della cecità, hanno contribuito a diffondere la sua fama a livello mondiale.
Grazie ai numerosi libri e articoli è possibile conoscere il suo pensiero, le sue scoperte e motivazioni, che sono talmente attuali da costituire un esempio per motlissimi sordociechi e disabili.

L’amore della madre, che non si è data per vinta di fronte allo scetticismo che avrebbe confinato Helen ad una vita di silenzio ed oscurità, e la costanza di Anne Sullivan hanno permesso a Helen di imparare a comunicare, a scrivere e a parlare., riuscendo ad esprimere il suo messaggio.

Se guardare i film può aiutare a comprendere come un sordocieco possa imparare a parlare, questo video è una testimonianza del metodo di insegnamento applicato dalla Sullivan. Toccare, sentire, percepire. Le forme, le sensazioni, i movimenti, le vibrazioni, passano attraverso le mani e una volta codificato il significato delle informazioni, è probabilmente molto simile a quello veicolato dagli altri linguaggi, compreso quello verbale.

Nonostante sia morta ormai da diversi decenni, la sua presenza è ancora viva e attuale.
I libri sono in commercio, ha una pagina Facebook ufficiale,
Le parole di Helen Keller trasmettono alcuni dei concetti su cui si basa l’idea di Noisyvision.
Nel libro Il mondo in cui vivo (leggilo qui o ascoltalo qui in inglese) scrive:

L’unico buio senza luce è la notte dell’ ignoranza e insensibilità. Siamo diversi, non vedenti e vedenti, uno da un altro, non nei nostri sensi, ma nell’uso che ne facciamo, nell’immaginazione e il coraggio con cui cerchiamo saggezza al di là dei nostri sensi.

E’ più difficile insegnare ad un ignorante cieco a pensare che insegnare a un uomo intelligente a vedere la grandezza del Niagara. Ho camminato con le persone i cui occhi sono pieni di luce, ma che non vedono nulla inel legno, nel mare o nel cielo, nulla nelle strade, niente nei libri.

Potrebbe sembrare che i cinque sensi possano lavorare con intelligenza insieme solo se residenti nello stesso corpo. Eppure, quando due o tre sono mancanti, si completano in un altro corpo, e si bilanciano facilmente con la squadra in prestito.

La maggior parte della conoscenza del mondo è una costruzione immaginaria. Se l’astronomia non avesse lavorato sempre in anticipo rispetto al telescopio, nessuno avrebbe mai pensato che valeva la pena fare un telescopio. Che grande invenzioneè esistita nella mente degli inventori, molto prima che avesse una forma tangibile?
Un esempio più splendido di conoscenza immaginativa è l’unità con la quale i filosofi iniziano il loro studio del mondo. Possono mai percepire il mondo nella sua realtà intera? Eppure la loro fantasia, , ha indicato la strada per la conoscenza empirica.
Nei più alti momenti creativi il grande poeta, il grande musicista cessano di utilizzare gli strumenti della vista e dell’udito. Essi rompono con i sensi-zavorra e voltano molto molto oltre le nostre colline e valli di nebbia oscura, verso la regione della luce, della musica, dell’intelletto.
La nostra cecità non cambia in nulla il corso della realtà interiore. Di noi è vero come è per i vedenti che il mondo più bello entra sempre attraverso l’immaginazione. Se desideri essere qualcosa che non sei, – qualcosa di bello, nobile, – chiudi gli occhi, e per un momento di sogno seu quello che desideri.
(Tradotto da dar)

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